AVAMBRACCIA D’ACCIAIO

IL LAVORO DI CONDIZIONAMENTO nell’ HUNG GAR

 

Molti artisti marziali affermano che i loro stili detengono i segreti di questa potenza devastante. Alcuni si spingono ancora più in là, affermando che queste abilità possono essere indotte tramite formule magiche rivolte all’allievo, rendendolo capace di sopportare ed infliggere dolore. Sfortunatamente nessuna di queste capacità può essere acquisita senza il regolare condizionamento esterno, che è parte integrante dell’allenamento basilare dell’Hung Gar.


Gli artisti marziali hanno conosciuto attraverso i secoli le leggende e le storie di grandi uomini di Kung fu, che possedevano l’abilità di resistere a colpi potenti e di generare una forza superiore. Una di queste leggende è basata infatti sul ‘ponte delle braccia d’acciaio’ dell’Hung Gar.

Allenamento a lungo termine
I praticanti di Kung Fu Hung Gar credono che le braccia e le mani siano le armi primarie di offesa e difesa. E’ il ‘ponte’ (delle avambraccia) che trasferisce tutta la potenza del corpo attraverso una tecnica efficace verso il bersaglio prefissato; da qui il nome di ‘mano a ponte’. Poiché questo ‘ponte’ deve essere forte e stabile, è possibile raggiungere tale abilità e potenza soltanto attraverso un condizionamento del corpo intenso e duraturo, parte integrante dell’allenamento dell’Hung Gar; dall’esperienza tratta dei miei insegnanti ‘devi aver provato in precedenza ogni dolore che tu infliggi a qualcuno, nel momento in cui lo colpisci’, spiegando così che il dolore provato dall’allievo nell’ allenamento del suo Kiu Sao (mano a ponte) e del ‘ponte d’acciaio’ sarebbe lo stesso che egli potrebbe un giorno dover infliggere ad un suo aggressore. Lo stile Hung Gar è ben conosciuto per la sua potente ‘mano a ponte’ e per le forti posizioni, e come molti maestri del passato hanno sempre affermato, ‘non vi sono segreti nel Kung Fu; vi sono soltanto metodi di apprendimento’, precisando che non vi sono scorciatoie per imparare il Kung Fu, ma molti metodi di allenamento tradizionali per sviluppare la potenza e la forza necessaria nelle mani e nelle avambraccia ‘a ponte di acciaio’ dell’Hung Gar. Alcuni dei metodi seguenti sono tradizionali, altri sono stati modificati con l’impiego di attrezzature più moderne.

La parata delle tre stelle
Uno dei più comuni esercizi base è la ‘parata a tre stelle’, un esercizio di condizionamento a due in cui i due partners colpiscono ciascuno le braccia dell’altro, mentre eseguono tre differenti tecniche di parata.

Questo esercizio rafforza le ossa e i tessuti dell’allievo e sviluppa solidità fisica e mentale: mentre si preparano a questo esercizio i partners sono di fronte; con le loro braccia destre eseguono entrambi una parata interna circolare bassa, continuando fluidamente in una parata dall’esterno circolare alta, per poi passare ad una parata esterna circolare bassa continuando così, senza pause, con il braccio sinistro e così via.

Esercizio dei colpi
Un altro esercizio utilizza un bastone rivestito di materiale più morbido. Il bastone è percosso contro le avambraccia del praticante di Hung Gar, mentre si mantiene una solida posizione con le braccia ‘a ponte’. Questo serve per allenare lo stilista Hung Gar, portandolo ad un determinato grado di pressione nel suo allenamento.


Allenamento con il bastone lungo
Il bastone lungo è un altro comune attrezzo nell’allenamento del ‘ponte’. Molti esercizi possono essere eseguiti con il bastone, con o senza un partner. Un esempio potrebbe essere dato dai due partners, ognuno dei quali tenga l’estremità del bastone e cerchi di ruotarlo fuori della presa dell’altro. Questo esercizio sviluppa il polso, la mano, le dita, la presa e le avambraccia.

Questo semplice attrezzo può anche essere utilizzato come una sorta di ‘sollevamento pesi’ del Kung Fu. Ponendo un peso alle estremità di un bastone lungo, il praticante inizia l’esercizio con le avambraccia giù, tenendo il bastone orizzontale e parallelo al suolo, quindi solleva il bastone fino all’altezza della spalla con un movimento uniforme e armonioso, facendo attenzione che il bastone sia parallelo al suolo per tutte le volte. La presa sopra/sotto e il peso consente al praticante di lavorare isolando più gruppi muscolari; muscoli differenti correlati a differenti sforzi per trasferire la potenza dal corpo attraverso le avambraccia verso le mani, in maniera efficace e con controllo.

L’uomo di legno dello stile Hung Gar
Una volta che il praticante di Hung Gar ha dedicato molto tempo a questi esercizi di condizionamento, egli passerà al mook yan jong (manichino di legno). Nello stile Hung Gar, esso differisce da quello utilizzato negli altri stili: si tratta di un semplice pezzo di legno arrotondato, dalla forma uguale a quella umana, ma senza le braccia.

Utilizzato come apparato di condizionamento, in cui lo studente sviluppa tempismo e precisione, il manichino Hung Gar condiziona i colpi del praticante, parate e calci a piena potenza e velocità, senza avere il timore di creare danno al partner.

Esercizio di ‘rotolamento sulle avambraccia’
Come aumenta il livello di condizionamento, lo stilista Hung Gar viene introdotto ad esercizi più difficili e duri. Uno di questi consiste nel far rotolare un oggetto pesante indietro e in avanti sulle braccia, mentre il praticante esegue un 'ponte' ad artiglio di tigre, staccando l’attrezzo di scatto verso l’alto con le avambraccia, per poi riafferrarlo nuovamente. Anticamente l’oggetto solitamente utilizzato era un tronco d’albero, una sbarra di ferro o un peso di pietra, simile ai bilanceri d’oggi.

Ai giorni nostri, i praticanti potrebbero servirsi di un regolare bilancere, iniziare con la sola sbarra e quindi, gradualmente, aumentare il peso fino a 10 o 20 kg. Questo esercizio permette di neutralizzare una forza che sta arrivando, e di portare l’energia sul ‘ponte’ delle avambraccia. Può essere eseguito da soli o in coppia, ma l’importante, dopo aver fatto rotolare la sbarra su e giù sulle avambraccia per poi staccarla e riafferrarla, è fare attenzione ad affondare la posizione per assorbire la forza.
Questo è il più doloroso esercizio che uno studente deve sopportare, ma il risultato è considerevole: un praticante può difficilmente ritenere di avere raggiunto la tecnica del ‘ponte d’acciaio’ senza essere passare attraverso questo rigoroso condizionamento

Anelli di ferro
Il metodo di condizionamento più riconoscibile è il famoso esercizio con gli anelli di ferro. Essi pesano da ½ kg. a 5 kg. ciascuno e sono posti sulle avambraccia del praticante, mentre esegue i rigorosi movimenti di tensione dinamica delle forme Hung Gar.

Il praticante inizia con pochi anelli e gradualmente aumenta fino ad averne anche dieci sullo stesso braccio. Come il praticante progredisce nella pratica, i suoni generati dagli anelli producono piacevoli toni ritmici in armonia, piuttosto che solo il suono dello sbattere insieme tra di loro. Inoltre per valutare il suo progresso, gli anelli hanno anche un secondo fine: condizionano la pelle e le ossa dell’area delle avambraccia.

Gli anelli martellano sull’osso, mentre lo studente esegue colpi o rapidi movimenti. Questo allenamento sembra e suona facile, ma è un doloroso esercizio che richiede concentrazione e dedizione allo studente che voglia diventare abile.


Pratica corretta
Questi esercizi di condizionamento qui introdotti, sono soltanto alcuni dei differenti metodi che lo studente Hung Gar può allenare per ottenere la famosa ‘mano a ponte di acciaio’, e sono più complessi di come possono apparire. Gli estimatori del Kung Fu non dovrebbero tentare di praticare questo tipo di condizionamento senza un’appropriata supervisione. E’ importante consultare il proprio insegnante (e verificare se conosca sufficientemente gli esercizi e soprattutto se sia in grado di insegnarli in maniera corretta per evitare brutte sorprese) prima di iniziare questo tipo di allenamento: se non ci sia allena con un insegnante qualificato, la pratica impropria potrebbe condurre a risultati dannosi. Eseguito in maniera appropriata, comunque, il condizionamento al ‘ponte di acciaio’ è una parte integrante del sistema Hung Gar, che incrementa la forza e la potenza del praticante.


Testo di Emilio GRASSO
Foto di Danilo OLIVIERI