Siu nim tao
La prima educazione di un giovane

di Nino Bernardo
traduzione di Andrea Derni

Qualche tempo fa, ho tenuto un seminario presso l'Università di Oxford. Il mio problema in quel momento era decidere quale argomento trattare per parlare del wing chun. Ho scelto di parlare di due temi fondamentali: essere pigri e sindrome di "oh, cacchio!".
Il wing chun è una storia semplice, ma semplice non significa facile! I cinesi dicono che un uomo pigro è un uomo che senza dover lavorare e preoccuparsi, riesce a mangiare tutti i giorni. Uno così è in gamba, no? Bene, nel wing chun bisogna imparare a essere pigri. Pigro significa muoversi nel modo più economico, facendo il minor sforzo possibile, e per fare questo devi imparare a usare il tuo corpo in modo efficiente. In fondo cosa significa difesa personale? Innanzi tutto difesa del proprio corpo! Abbiamo un solo corpo e dobbiamo averne cura. Esempi dell'uso efficace del corpo sono l'uso del pugno verticale e la posizione del cavallo della forma siu nim tao, in cui tutte le giunture, dalla caviglia al polso, devono essere unite, evitando il rischio di traumi alla colonna vertebrale. Praticando lentamente la forma siu nim tao alleniamo la posizione del "cavallo" mantenendola a lungo e impariamo a creare una struttura corporea che utilizza al meglio il tronco, la parte più spessa e quindi forte del corpo umano. Così ogni azione sfrutta al massimo la forza del corpo attraverso il "torchio" della vita e del tronco. Se pratico siu nim tao alleno tutto contemporaneamente, dalla posizione alla "molla" nelle spalle, alla precisione di ogni tecnica. Allenare la siu nim tao crea una struttura nel corpo impostata tecnicamente in modo corretto per essere pigri intelligenti, quindi economici. Con essa ascolto il mio corpo e sento addirittura se questa mattina sono andato in bagno o no!
Comprendere come essere pigri in modo furbo è un'altra cosa importante; per questo mentre alleno il cavallo, un braccio esegue una tecnica sulla linea centrale chiudendo il gomito, mentre l'altro allena la "molla". Siu nim tao insegna a essere pigro e a risparmiare tempo, perché in essa alleni più elementi contemporaneamente, il che aiuta sul piano della consapevolezza.
Si sente dire che il wing chun sia un sistema che usa molto i colpi di gomito, ma questo è un fraintendimento. In cantonese c'è un solo termine che si usa per indicare le varie giunture e che è traducibile come "gomito". In questo senso il wing chun allena tutti i "gomiti" del corpo ad agire in modo coordinato. La parte più forte del braccio è quella in cui l'arto si connette al tronco. Per questo il pugno dell'altro braccio, quello che non colpisce, viene tenuto alto, per rinforzare questa parte che è la vera molla del pugno. Il cavallo invece allena la molla delle gambe. Imparare a chiudere i gomiti aiuta, attraverso un piccolo movimento del braccio, a creare una deviazione efficace con il minimo sforzo, utilizzando la linea centrale e una traiettoria diretta verso l'avversario.
Siu nim tao significa "la prima educazione di un giovane", a indicare che si tratta dell'elemento più importante del sistema wing chun. Un bambino impara più durante il primo anno che nel resto della sua vita. Questo perché la sua è una mente vergine, pronta a guardare alla realtà per quello che è. Questo è un messaggio applicabile alla vita e diretto anche a chi pratica le arti marziali da tanto tempo: nelle cose che ripeti ogni giorno, ogni volta devi ricominciare da capo, come fosse la prima volta; dalla parte opposta bisogna imparare a trattare una cosa che si affronta per la prima volta come se la si fosse sempre fatta. Altrimenti rischi di perdere il tempo della tua vita correndo dietro alle tue ansie e non facendo quello che devi.
I condizionamenti
Ognuno di noi è frutto di una serie infinita di condizionamenti. Il primo condizionamento è a livello genetico, perché quello che siamo deriva dalla fusione del patrimonio genetico dei nostri genitori. Nasciamo in un certo modo che non possiamo cambiare.
Dopo la nascita inizia un condizionamento da parte del mondo esterno e dei nostri genitori. Così, dentro di noi si formano i concetti di etichetta, regole e regolamenti e finiamo per reagire all'etichetta, alle regole e ai regolamenti e non alla realtà. "….perché mi guardano così male? Sto solo defecando all'angolo di una strada!"
Quando un animale si ammala, o muore o si autocura usando l'istinto, magari mangiando certe sostanze o non mangiando affatto; va nel bosco e ne esce guarito. Questa capacità istintiva è molto importante, ma noi non la sfruttiamo. Siamo animali, ma animali non "naturali", con un cervello troppo complesso. Noi tutti siamo condizionati a vincere ma non a perdere: il disagio nella nostra esistenza nasce da questo. E' qualcosa di quasi inevitabile, ma questo condizionamento non deve farci pensare in modo negativo: è meglio cercare in ogni situazione i punti che sono utili per andare avanti.
Per questo uso siu nim tao: non condiziono me stesso a movimenti inutili, non economici. Economia di movimento significa pigrizia intelligente, super furbizia, un atteggiamento trasferibile alla vita. Perché devo rischiare di perdere la mia vita a causa di condizionamenti stupidi?
Quale differenza passa fra un eroe e un idiota? Siamo in guerra e ti dico: "Prendi questo pugnale e assalta la trincea del nemico! ", e tu vai in mezzo al fuoco delle mitragliatrici. Se sopravvivi sei un eroe. Se muori sei un idiota. E sarete d'accordo con me che in una situazione così è molto facile diventare degli idioti morti. Qual è il guadagno?
Napoleone vuole attaccare Wellington e pensa: "Se lo attacco all'alba, lo prenderò di sorpresa e perderò solo un quarto dei miei uomini." Nello stesso momento Wellington pensa: "E se Napoleone mi volesse attaccare domattina all'alba per prendermi di sorpresa? Lo anticiperò e così perderò solo un quarto degli uomini." Così, al momento dello scontro, qualsiasi cosa venga decisa da Napoleone e da Wellington, un uguale numero di uomini perderà la vita. E' una vittoria questa?
Reagire alle provocazioni per difendere il proprio onore non è stupido? Per imparare il wing chun devi imparare a essere un codardo. Se non puoi vincere, scappa, perché se sopravvivi può capitare una possibilità migliore di risolvere quella situazione, non se fai l'eroe.
Paura, sensibilità, difesa personale
Il sistema wing chun condiziona all'azione, non alla reazione: di fronte a un attacco non reagisco all'attacco, ma attacco l'attacco.
Il modo per allenare questa attitudine passa solo attraverso la paura. Quando alleni il chi sao stai allenando te stesso alla paura. Questa è quella che chiamo sindrome di "oh, cacchio".
La nostra intelligenza blocca l'istinto e solo se riusciamo a trovare il giusto equilibrio fra questi due elementi potremo sviluppare al massimo le nostre potenzialità. I monaci l'avevano capito osservando gli animali: un animale ferito è sotto stress e trova istintivamente le risorse per guarirsi.
Prendi un uomo e mettilo in una situazione di stress da sopravvivenza; allora userà intelligenza e istinto per uscirne vivo, facendo emergere il genio che è in lui. Per questo i monaci iniziarono a elaborare i sistemi di lotta.
C'è chi dice che il wing chun è nato per questo o quel motivo. Ma come nasce il wing chun? Il wing chun nasce dall'osservazione della natura e dalla ricerca interiore dei monaci, ma col tempo deve evolvere per forza di cose. Oggi parlate italiano, non latino! Alcuni dicono che il sistema sia nato a Shaolin per battere Shaolin. Non penso. Si dice che il wing chun venne creato dalla monaca Shaolin Ng Mui, che secondo la tradizione fu una dei cinque scampati all'incendio del monastero. Scampare alla morte in un incendio è questione di fortuna, non di bravura. Per cui non è detto che questi monaci fossero i migliori del monastero. Comunque sia, perché dei monaci dovevano imparare a lottare? Qualcuno dice per difesa personale. Balle! I monaci erano poveri e vivevano lontani dal mondo, che bisogno avevano di difendersi da qualcuno? Essi svilupparono le arti marziali per lavorare sulle emozioni come la paura, per aumentare il loro livello di consapevolezza.
Dobbiamo allenarci per essere codardi! Io mi sento male se penso a quanto siamo ostacolati dalle domande tipo: "Chi sono? Cosa devo fare? Perché sono qui?". Esse riflettono il nostro condizionamento alla paura, dovuto alla società e alla religione. Perché la nostra specialità è complicare le cose semplici.
Fare le cose semplici non è facile; l'espressione cinese per dire "Come stai?", tradotta letteralmente, è: "Hai mangiato oggi? ". Così un cinese non dirà: "Non mi piace ballare! ", ma piuttosto: "Ho paura di ballare!".
Abbiamo troppa vergogna della paura e tuttavia essa può scatenare un genio dentro di noi! Se non hai soldi e non hai da mangiare, ecco che arriva la sindrome di "oh, cacchio!" e per sopravvivere cominci a sviluppare tutte le tue potenzialità. Quindi usa la paura, è la tua migliore amica.
Ebbene, il chi sao del wing chun non è lotta, ma allenamento di sensibilità e paura! Lavorare sulle emozioni, e sulla paura in particolare, nel chi sao è importante. Questo è un messaggio: devi buttarti in questo lavoro. Perché felicità, tristezza e frustrazione sono dentro di te. Io alleno chi sao stando a contatto, completamente di fronte all'avversario, semplicemente perché questa è la peggiore situazione che ti può capitare. Aspetto, poi parto all'ultimo istante usando la velocità che viene sviluppata dalla paura. La tecnica dell'avversario sta arrivando e... "oh, cacchio!", agisco quasi istantaneamente. Perché la velocità non è governata solo da fattori fisici. La paura e la sensibilità rendono efficace e veloce l'azione della struttura corporea. In questo senso imparare molte tecniche senza capire l'emozione, è pericoloso. E' come suonare solo con la tecnica: non c'è anima. Il mio approccio all'allenamento si basa sul divertimento e sulla sensazione, perché, da una parte se non mi diverto è meglio che vada a fare qualcos'altro e dall'altra per l'importanza che ha la sensibilità. Sensibilità è consapevolezza totale del mio corpo e di ciò che mi circonda. Ne abbiamo un esempio nell'esercizio con una mano dan chi sao, in cui alleno me stesso a partire sempre dopo lo stimolo del mio compagno. Ma come faccio a lavorare sulla consapevolezza totale se penso solo alla lotta? Certo, molti insegnanti dicono che il wing chun è un sistema efficace per picchiare e io sono d'accordo: la lotta è molto importante, ma è una parte infinitesimale del wing chun. E' stupido abbandonare una ricerca più complessa del tipo che ho illustrato e che, oltre tutto, è l'unica che ti permette di usare efficacemente il sistema.
Mi chiedo come facciano a capire le arti marziali i vari maestri che dicono ai loro allievi: "Se l'avversario attacca così, allora tu fai questo e quest'altro, oppure quelli che pubblicizzano i loro insegnamenti nei modi più assurdi, tipo dirigibile con la scritta luminosa: "street fighting, street grappling, street fuc" , parlando solo di rissa da strada.
Chi insegna a combattere nelle risse, insegna tecnica senza sensibilità. Ma la tecnica in sé è vuota: ciò che la rende efficace è un corretto lavoro sulla paura e sulla sensibilità. I vecchi maestri avevano pochi allievi, ma oggi come fai a lavorare sulla sensibilità e sulla paura se parli a cento persone solo di tecnica? Per questo non mi piace insegnare a chi ha in mente solo la rissa. Anche se è molto facile insegnare tante tecniche, parlare di rissa e allenarsi vestiti come i cinesi di centocinquanta anni fa. Capire la semplicità del wing chun è un'altra cosa.
La mia scuola e i miei punti dl vista
Bisogna essere onesti e schietti com'era il mio maestro, sifu Wong Shun Leung, perciò io affermo che non sono un maestro, semplicemente perché non ho ancora commesso tutti gli sbagli! Solo chi ha già commesso tutti gli errori può insegnarti tutto e, di conseguenza, solo un uomo del genere può essere un maestro.
Di solito si cerca di presentarsi al meglio possibile, ma io devo farmi conoscere da chi ho di fronte per quello che sono, nel bene e nel male. Voglio essere onesto come lo era sifu Wong Shun Leung. Ed egli alludeva sempre al fatto che la vera disciplina è il lavoro personale che l'allievo fa su se stesso;
"Sono le tue braccia... ", diceva. Se qualcuno viene da me e diventa bravo nel wing chun, non è merito mio; allo stesso modo non è colpa mia se un allievo rimane a un livello basso. Io posso solo mostrare gli errori che ho commesso percorrendo la mia strada e chiedere a chi mi segue di non ripeterli nel percorrere la sua.
Se attraverso quello che faccio andando per la mia strada, viene qualcosa di buono per gli altri, bene. Andare avanti facendo quello che va fatto, senza preoccuparsi di altro, neanche di èhi mi vede come un concorrente; questo è zen. Butta via il passato e vai avanti. Ogni passo con furbizia, senza preoccuparsi del futuro o del passato. Non mi lego al passato e non mi preoccupo di guardare troppo in là nel futuro. Mangio quanto basta e aspetto il momento della fine senza preoccuparmi.
Quando ero un bambino, giocando sono caduto da un albero. Mentre ero svenuto, quasi morto, ho visto una bellissima spiaggia deserta. Non mi preoccupo della mia morte. So che la mia spiaggia mi sta aspettando. Con questo mio atteggiamento, oggi ho allievi negli Usa (a Los Angeles), in Spagna, in Germania, in Svezia e in Italia. Durante l'ultimo anno, in Inghilterra ho poi creato due gruppi, oltre al "Basement". Ogni gruppo è composto da 25 persone al massimo e per ogni gruppo ho una lista di attesa, per cui se qualcuno di un gruppo decide di andare via, lascia il posto ad altri. Caspita, però sto già lavorando troppo col wing chun. Mi sto fregando da solo con questa storia, non sono abbastanza pigro! Il tempo è la cosa più importante. La vita stessa in fondo, è un lasso di tempo, per cui è importante risparmiare e usare bene il nostro tempo, anche se non sto dicendo di fare un lavoro di tre anni in tre minuti! Il wing chun è uno specchio che puoi vedere solo tu, nel quale viene riflessa l'immagine di ciò che sei veramente, nel bene e nel male.